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venerdì 29 ottobre 2010

The door of darkness pt.6

Londra,Guy's Hospital,ore 13:00.
Tom si trovava disteso su un letto d'ospedale, seduti vicino a lui c'erano Alfred e Cathleen alquanto in pensiero. Improvvisamente avevano ricevuto una chiamata dall'ospedale con la notizia che loro figlio era svenuto in città, quindi si erano messi subito in marcia per raggiungere il figlio. Da quando erano arrivati Tom era ancora addormentato, a rompere quel silenzio era arrivato il medico che li aveva rassicurati dicendo loro che Tom era solamente svenuto e che dopo una serie dettagliate di analisi loro figlio stava bene. Nella mente di Tom però qualcosa era successo : il contatto con quella chiave aveva provocato qualcosa in lui una sorta di legame con essa. Nella sua mente Tom sentiva una voce fuori campo dirgli : "Thou art I and I am Thou,Thou hast enstablished a new bond that will bring Thee to the truth" (= io sono te e tu sei me,hai stabilito un nuovo legame che ti porterà alla verità). Tom non capiva chi fosse a parlare e a che cosa si riferissero quelle parole me era come se fossero state marchiate a fuoco nella sua mente. Riprese conoscienza molto lentamente e non appena aprì gli occhi incontrò subito quelli di sua madre,guardandola negli occhi poteva capire quanto fosse stata in pensiero per lui.
Cathleen:"Tom,grazie al cielo! Come stai?"
Tom:"Mmmm,ciao mamma,ciao papà,sto bene anche se sono un po' confuso,dove sono? che è successo?"
Alfred:"Un'ambulanza ti ha portato quidopo  che sei svenuto a i mercatini di Candem Town, probabilmente la causa dello svenimento deve essere stata una reazione o forse l'eccessivo dolore che hai subito dopo esserti farto quel tatuaggio..."
C.:"Già...capisco che volessi in qualche modo festeggiare il fatto che non ci saranno ulteriori trasferimenti ma un tatuaggio sembra un po' eccessivo...insomma Tom potevi almeno consultarci, non ti avremmo certo detto di no ma non è così che si fa!"
Tom non capiva cosa stessero dicendo, un tatuaggio? Tom non ricordava assolutamente di essersi fatto niente del genere quella mattina.
T. : "Ma mamma cosa diavolo stai dicendo? Non ho fatto niente del genere!"
A. : "Se ne sei così sicuro guardati la mano destra!"
Tom sicuro di non essersi fatto niente quella mattina alzò il braccio e rimase a bocca aperta da tanto era lo shock. Un tatuaggio, lungo circa 12-13 centrimentri partiva dalle nocche fino ad arrivare al polso. Non si trattava di uno di quel tatuaggi con disegni insulsi e privi di senso che a volte gli adolescenti fanno per indispettire i loro genitori, si trattava di una chiave, la stessa chiave che Tom aveva comprato quella mattina al mercato. Ora che ci pensava infatti da quando era svenuto fino al suo risveglio Tom non aveva idea di dove potesse essere anche perchè ce l'aveva in mano. Tom era incredulo,non riusciva a spiegarsi come il tutto potesse essere accaduto...Non vi erano dubbi,la chiave tatutata era perfettamente identica  a quella che aveva comprato la stessa mattina a meno che non fosse la stessa...Tom non riusciva a darsi una spiegazione.
Tom : "Mamma,Papà io...non so niente di tutto questo, ve lo giur...".
Non fece neanche in tempo che Alfred iniziò a irarsi e a rimproverarlo:
A. : "Ma per chi ci hai presi? Non siamo mica degli idioti! Non crederai di darcela a bere così vero?"
T. : "Papà è la verità! non ne so niente..."
A. :" Aspetta solo di uscire dall'ospedale e troverò qualche modo per punirti!"
C. :"Adesso basta! Alfred vedi di darti una calmata per favore! Ormai quell che è fatto, è fatto. E poi non vedi che si è appena ripreso? Potrebbe essere un'amnesia momentanea...quando si sarà ripreso e si ricorderà tutto ce ne parlerà! Nostro figlio non è mai stato un ribelle o uno che fa dispetti del genere a noi. Ci sarà una motivazione,dobbiamo solo attendere."
All'udire le parole comprensive della madre e il sangue freddo che aveva dimostrato, Tom si sentì sollevato e gli occhi iniziarono a chiudersi lentamente. Un sonno ristoratore era ciò che gli serviva forse avrebbe ricordato qualche effimero dettaglio ma certamente non un perchè.

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