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lunedì 26 novembre 2012

A fucking job

Non c'è niente di peggio che fare qualcosa che non ti piace fare. È una settimana che la vedo proprio difficile. È come doversi alzare al mattino quando sai che fuori dalla porta ti aspetta una gelida mattina di inizio febbraio a -5. Faresti di tutto pur di startene al sicuro tra quelle quattro mura eppure ti alzi e vai consapevole di quello ti aspetta. Quello che è emerso in questi ultimi giorni è la più profonda ipocrisia che circola in un piccolo supermercato in cui 10 persone devono necessariamente prendersi a cortellate per andare avanti. Resto veramente allibito da come la gente possa andare avanti in questa maniera,non  mi capacito della scarsa maturità che hanno persone con anche più del doppio della mia età. Gavetta ormai non ha la stessa connotazione che aveva anni fa. Oggi si tratta di sfruttamento e se ti azzardi a dire una singola a ti arrivano anche i pesci in faccia con tanto di minacce. E le preferenze poi...cioè obbiettivamente so di essere bravo nel mio lavoro,ma perché devo solo subire e anche stare zitto? Mi è stato dato del permaloso ingiustamente,ma posso anche capirlo. Se la mia bocca potesse dare fiato su tutto quello che vedono i miei occhi e sentono le mie orecchie credo che ora sarei a casa da un bel pezzo. Non riesco a trovare rimedio a questa situazione anche perché io vado la per lavorare e puntualmente,almeno una volta al giorno,vengo stuzzicato a gratis e questo mi da fastidio. Ho provato a cercare in rete e come possibili rimedi ho trovato : 1- usare l'autoironia per sdrammatizzare la situazione e 2- scrivere o comunque coltivare quelle passioni che ci permettono di staccare la spina. Io ce la metto tutta ma a volte faccio fatica anche a prendere sonno.
Speriamo in tempi migliori.

Luca

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