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venerdì 29 ottobre 2010

The door of darkness pt.6

Londra,Guy's Hospital,ore 13:00.
Tom si trovava disteso su un letto d'ospedale, seduti vicino a lui c'erano Alfred e Cathleen alquanto in pensiero. Improvvisamente avevano ricevuto una chiamata dall'ospedale con la notizia che loro figlio era svenuto in città, quindi si erano messi subito in marcia per raggiungere il figlio. Da quando erano arrivati Tom era ancora addormentato, a rompere quel silenzio era arrivato il medico che li aveva rassicurati dicendo loro che Tom era solamente svenuto e che dopo una serie dettagliate di analisi loro figlio stava bene. Nella mente di Tom però qualcosa era successo : il contatto con quella chiave aveva provocato qualcosa in lui una sorta di legame con essa. Nella sua mente Tom sentiva una voce fuori campo dirgli : "Thou art I and I am Thou,Thou hast enstablished a new bond that will bring Thee to the truth" (= io sono te e tu sei me,hai stabilito un nuovo legame che ti porterà alla verità). Tom non capiva chi fosse a parlare e a che cosa si riferissero quelle parole me era come se fossero state marchiate a fuoco nella sua mente. Riprese conoscienza molto lentamente e non appena aprì gli occhi incontrò subito quelli di sua madre,guardandola negli occhi poteva capire quanto fosse stata in pensiero per lui.
Cathleen:"Tom,grazie al cielo! Come stai?"
Tom:"Mmmm,ciao mamma,ciao papà,sto bene anche se sono un po' confuso,dove sono? che è successo?"
Alfred:"Un'ambulanza ti ha portato quidopo  che sei svenuto a i mercatini di Candem Town, probabilmente la causa dello svenimento deve essere stata una reazione o forse l'eccessivo dolore che hai subito dopo esserti farto quel tatuaggio..."
C.:"Già...capisco che volessi in qualche modo festeggiare il fatto che non ci saranno ulteriori trasferimenti ma un tatuaggio sembra un po' eccessivo...insomma Tom potevi almeno consultarci, non ti avremmo certo detto di no ma non è così che si fa!"
Tom non capiva cosa stessero dicendo, un tatuaggio? Tom non ricordava assolutamente di essersi fatto niente del genere quella mattina.
T. : "Ma mamma cosa diavolo stai dicendo? Non ho fatto niente del genere!"
A. : "Se ne sei così sicuro guardati la mano destra!"
Tom sicuro di non essersi fatto niente quella mattina alzò il braccio e rimase a bocca aperta da tanto era lo shock. Un tatuaggio, lungo circa 12-13 centrimentri partiva dalle nocche fino ad arrivare al polso. Non si trattava di uno di quel tatuaggi con disegni insulsi e privi di senso che a volte gli adolescenti fanno per indispettire i loro genitori, si trattava di una chiave, la stessa chiave che Tom aveva comprato quella mattina al mercato. Ora che ci pensava infatti da quando era svenuto fino al suo risveglio Tom non aveva idea di dove potesse essere anche perchè ce l'aveva in mano. Tom era incredulo,non riusciva a spiegarsi come il tutto potesse essere accaduto...Non vi erano dubbi,la chiave tatutata era perfettamente identica  a quella che aveva comprato la stessa mattina a meno che non fosse la stessa...Tom non riusciva a darsi una spiegazione.
Tom : "Mamma,Papà io...non so niente di tutto questo, ve lo giur...".
Non fece neanche in tempo che Alfred iniziò a irarsi e a rimproverarlo:
A. : "Ma per chi ci hai presi? Non siamo mica degli idioti! Non crederai di darcela a bere così vero?"
T. : "Papà è la verità! non ne so niente..."
A. :" Aspetta solo di uscire dall'ospedale e troverò qualche modo per punirti!"
C. :"Adesso basta! Alfred vedi di darti una calmata per favore! Ormai quell che è fatto, è fatto. E poi non vedi che si è appena ripreso? Potrebbe essere un'amnesia momentanea...quando si sarà ripreso e si ricorderà tutto ce ne parlerà! Nostro figlio non è mai stato un ribelle o uno che fa dispetti del genere a noi. Ci sarà una motivazione,dobbiamo solo attendere."
All'udire le parole comprensive della madre e il sangue freddo che aveva dimostrato, Tom si sentì sollevato e gli occhi iniziarono a chiudersi lentamente. Un sonno ristoratore era ciò che gli serviva forse avrebbe ricordato qualche effimero dettaglio ma certamente non un perchè.

mercoledì 27 ottobre 2010

The door of darkness pt.5




Quella mattina Tom non aveva nessun tappa particolare, voleva concedersi il suo primo e ultimo giro a Londra prima di andarsene. Non sapenso dove andare decise di seguire il flusso di persone che si stava dirigendo in un unico punto e fu così che Tom finì a Camden Town dove appunto si trovava il famoso Camden Market. Tom per lo meno voleva trovare una qualsiasi cosa se non altro nel ricordo di essere stato a Londra per un po'. Si mise a sbirciare tra le bancarelle ma non riuscì a trovare niente di particolare se non cd,dischi in vinili tra cui anche un raro pezzo da 12" dei Sister of Mercy che però costicchiava abbastanza e quindi lasciò perdere. Passò un pò di tempo al chioschetto del caffè dove potè riscaldarsi un po' dal freddo autunnale e poi si mise di nuovo alla ricerca di un qualcosa, ancora indefinito, da comprare. Si fermò davanti ad una bancarella che vendeva oggetti di antiquariato ma in parcolare la sua attenzione cadde su una chiave alquanto particolare : sembrava molto antica quasi da appartenere al tardo gotico. Per avere qualche informazione in più, Tom decise di chiedere alla proprietaria se ne sapesse qualcosa ma signora si limitò a dire che non ne sapeva niente se non per il fatto che in giorno di parecchi se l'era ritrovata nella sua bancarella quindi non sapenso che farsene l'aveva messa in vendita. Tom incuriosito da quella storiella decise comprarla ma quando la toccò per la prima volta ebbe una strana sensazione e d'improvviso...il vuoto e il buio. Tom giaceva a terra privo di sensi.

martedì 26 ottobre 2010

The door of darkness pt.4

"Tom svegliati": disse sua madre. E Tom venne risucchiato via da quel mondo onirico che da una parte lo incuriosiva tirrebilmente ma anche per certi versi lo spaventava ma come si sa, i sogni finiscono sempre nel momento migliore. Chissà cosa avrebbe visto Tom in quel libro che era riuscito a creare nel suo inconscio tali immagini nel suo sogno, ammesso e concesso che fosse un sogno. "Che c'è mamma?" : chiese Tom ancora mezzo addormentato. "Devo parlarti di una cosa urgentemente....Tuo padre prima ha detto che ci trasferiremo un'altra volta, ma sono riuscito a persuaderlo, questa volta sarà l'ultima, promesso!" : esclamò Cathleen. Tom scoppiò a ridere perchè semplicemente non credeva a quello che le aveva detto la madre. "Tom, davvero non sto scherzando, questa è l'ultima volta che faremo un trasloco...Io e tuo padre non possiamo più vederti in questo stato è ora che anche tu prenda in mano le redini della tua vita. Sei negli anni d'oro per un ragazzo della tua età e noi ti stiamo tarpando le ali, è ora che ti costruisca una TUA vita senza che tu debba rinunciare più a niente." Quella sera Tom si limitò a dire un secco ok ma passò tutta la notte a fantasticare come sarebbe pututa essere stata una nuova ora, ricominciare tutto daccapo non sarebbe stato per niente facile però stavolta Tom sentiva che le cose sarebbero andate per il verso giusto. Non sapeva la ragione di quell'ottimismo improvviso però quella notte si addormento con il sorriso tra le labbra, come un bambino che la notte prima aspetta il suo compleanno. Il giorno seguente Tom si sveglio presto e come d'abitunie scese in cucina a fare colazione, al tavolo c'erano sua madre e suo padre :
Alfred e Cathleen : " Giorno figliolo!"
Tom : " Ciao pa', ciao ma' "
C : " Ieri sera sembravi alquanto assonnato,quindi ho pensato che forse era meglio approfondire il discorso oggi. Come ti ricorderai ti ho detto che questa sarà l'ultima volta che ci trasferiamo però stavolta vorremo che tu scegliessi insieme a noi dove andare.Che ne pensi? "
T: " Un posto vale l'altro,lo sapete come la penso...ma se vi sta a cuore che io scelga con voi, vi aiuterò." disse in tono scazzato.
C: "Perfetto! Allora domani andremo insieme in un'agenzia per vedere se c'è qualcosa di interessante!" disse ottimisticamente la madre.
T: "E sia dunque! Adesso scusatemi ma vorrei fare un giretto in città che oggi ci sono i mercatini"
Tom quindi si alzò e uscì dalla porta. Arrivare in centro a Londra non sarebbe stato poi così difficile per uno che non aveva mai messo piede fuori di casa, infatti si perse solo 3 volte.

domenica 24 ottobre 2010

The door of darkness pt. 3

Tom era in camera sua nel suo letto. La sua mente era affolltata da un'infinità di pensieri, da un lato poteva capire capire le scelte del padre in quanto gli sembrava un scelta responsabile il voler restare con i piedi per terra nonostante la fortuna che aveva eriditato ma in qualche modo non riusciva perdonarlo per i continui traslochi. Non che rappresentassero un problema in se ma appunto per il fatto che non gli permettessero di avere una vita sociale. " Meglio andarsene in terrazza a fumare un sigaretta" pensò tra se e appoggiò al balcone. Fuori era nottata autunnale serena,"toh che strano! non piove!" pensò. Da quando era a Londra non aveva visto altro che pioggia, faceva freddo comunque ma a Tom andava bene lo stesso. Era diventato un must fumarsi la sua sigaretta di sera guardando il panorama londinese : tutte quelle luci e il Tamigi che scorre lento ma inesoribile proprio come il Tempo ed in quei momenti Tom pensava al suo di tempo che passava inesorabilmente senza che lui in qualche modo potesse sfruttarlo. Sarebbe potutto uscire a fare quattro passi con chi? dove? Tom non conosceva nessuno nè tanto meno la città per non parlare di quanto certi posti possano diventare pericolosi ad un certo orario. Aveva nostalgia Tom della sua vecchia vita, prima che tutto cambiasse aveva una vita normale,aveva i suoi amici di scuola e nei fine settimana usciva a bere qualcosa, insomma la vita di un qualunque adolescente! E invece ora? Non gli restava più niente.
Finita la sigaretta Tom aveva abbastanza freddo quindi andò a rifugiarsi sotto il suo piumone, lentamente un lieve tepore iniziò a riscaldarlo e gli occhi iniziaro a chiudersi.... Quella sera Tom fece un sogno strano, non riusciva a capire dove si trovasse, era un posto che non aveva mai visto prima in vita sua. Era un'enorme stanza avvolta dal buio,era probabilmente una stanza sotterranea perchè Tom per accedervi stava scendendo dei scalini, scalini si pietra scura con pavimenti in pietra così come le pareti. Nell'aria Tom sentiva l'odore di antico come se quella enorme stanza fosse stata costruita secoli fa e nessuno ci avesse messo piede dentro da tantissimo tempo. Non riusciva a vedere, sicchè provò a fare qualche passo alla cieca quando ad un certo punto si accesero due file parallele di torce sostenute da piedistalli in ferro. Il sogno era così reale che Tom poteva persino percipire il calore che le torce emanavano. La luce tenue gli permisero di ampliare la sua visuale e quindi di guardarsi intorno. Era un posto da far venire i brividi ,sembrava un lougo sacro se così si poteva definire in cui si svolgevano qualche tipo di cerimonie : a fianco delle due file di torce che formavano un sentiero vi erano quattro file di colonne che slittavano fino al soffitto alto 5 o 6 metri. Tom iniziò a seguire il sentiro tracciato dalle torce  fino a che raggiunse un spazio circolare sopraelevato dal resto del pavimento. Salendo grazie agli appositi scalini, tom notò che non c'era nessun torcia che potesse illuminare ciò che era li sopra quindi scese e corse a prendere una torcia e lo vide subito; esattamente al centro dello spazio sopraelevato vide un libro collocato su un piedistallo. Era un grande libro chiuso, ad occhio e croce di minimo 400 pagine rilegato in pelle nera come la notte su cui vi erano simboli che Tom non riusciva a decifrare in alcun modo perchè non li aveva mai vista. Andò per toccarlo quando...

venerdì 22 ottobre 2010

The door of darkness pt.2

Facciamo un piccolo passo indietro.
Siamo a settembre e la scena si ripete,Alfred torna a casa e comunica a Cathleen e Tom che vuole trasferirsi per trovare un nuovo lavoro. Nella sala da pranzo aleggia il silenzio,Alfred guarda i suoi cari cercando l'ennesima approvazione ma stavolta non è come sempre : Tom rimane impassibile davanti alla notizia che oramai non gli sa più da nuovo e quasi con un gesto automatico smette di mangiare, si alza e senza dire niente fila in camera sua a preparare gli scatoloni. Cathleen non ne può più invece e sente che sta per scoppiare :
Cathleen : ''Quante volte ancora Alfred?''
Alfred : '' Amore ma cosa stai dicendo?''
C. : '' è possibile che tu non riesca a vedere oltre al tuo naso? Insomma Alfred, non esisti solo tu,non ci sono  solo il tuo lavoro, le tu aspirazioni!Alfred siamo una famiglia,dovremmo decidere insieme sul da farsi, in questi due anni ti ho appoggiata perchè credevo che potesse aiutarti a farti sentire un uomo soddisfatto ma ora basta! Non posso lasciarti permettere di costruire e distruggere tutto ogni per un tuo capriccio!
A. : Un capriccio? Ma cara ti stai sentendo? Tutto quello che faccio è anche per voi,voglio trovare una posizione per quale un giorno Tom possa ereditare il mio posto e portare avanti una tradizione di famiglia.
C. : Ma ti senti? Non sei più l'uomo semplice di una volta che ho sposato,a cui bastava il suo stipendio per andare avanti fio alla fine del mese. Guardati ora,quei soldi ti hanno cambiato,vuoi sempre più di quello che hai,quale sarà il prossimo passo Alfred? Aprire una tua compagnia di non so cosa in un posto sperduto nel mondo? Ma è possibile che tu non veda quello che stai facendo a Tom,non è più lo stesso,è chiuso in se stesso è SOLO....Dagli occhi di Cathleen scendono lacrime che rigano il suo volto come ferite che squarciano il suo cuore.
Alfred non poteva vedere sua moglie in quello stato e lo scoppio d'ira improvviso della moglie lentamente gli avevano aperto gli occhi e si rese conto che per inseguire un suo sogno non aveva fatto altro che sgretolare la sua famiglia. Quindi si alzò e andò verso sua moglie,e con la dolcezza che solo chi ti ama ha, la prese tra le sue braccia,le asciugò le lacrime con la mano e disse :
''So che le mie scelte sono alquanto discutibili e non nego di aver sbagliato ma da qualche parte nel mio cuore ho sempre sentito che quello che stavo facendo era anche in funione di te e Tom. Ho sbagliato a non essermi consultato con voi ma ti scongiuro, dammi un'ultima sola possibilità e ti prometto che non sbaglierò, vi farò partecipi  e stavolta sceglieremo insieme cosa fare e dove andare.
Cathleen dopo anni ,riconobbe nel suo sguardo quel fuoco che si era spento negli occhi di Alfred e questo le diede fiducia al punto che le parole le uscirono di bocca automaticamente : "Va bene Alfred,ho fiducia in te". E i due scambiarono un bacio intenso.

The door of darkness pt.1

Novembre 2010,Scozia.
Vita difficile quella di Tom,un ragazzo di 20 anni costretto a cambiare casa si e no 2 volte all'anno. Suo padre non riusciva mai a trovare un lavoro fisso che gli permettesse di stabilirsi in un determinato posto, o meglio come diceva praticamente sempre : ''questo lavoro non vale abbastanza per me'' e immancabilmente dopo un paio di giorni se ne tornava a casa dicendo che si era voluto licenziare. La sua famiglia cosa diceva? Niente! E sapete perchè? Il padre di Tom, Alfred Wright aveva avuto l'enorme botta di culo ,per essendo volgari bisgna definirla così, di aver eriditato 2 milioni di euro da suo nonno paterno che non era più riuscito a vedere in quanto era emigarto in Italia. Alfred prima del ''fattaccio'' era un uomo semplice che viveva del suo lavoro da impiegato ma dopo aver visto quanto la gente possa cambiare opinione nei tuoi confronti quando eriditi una tale somma si era un po' montato la testa. Era convinto che un semplice lavoro da impiegato non rispecchiasse la persona importante che era diventato ma che allo stesso tempo non dovesse adagiarsi sugli allori e quindi era alla continua ricerca di una professione di alto calibro che lo potesse rappresentare. Alfred prima di essere cio è,viveva a Northampton ed è riuscito a sposare la donna dei suoi sogni,Cathleen Dixon,tra i due era scattato un colpo di fulmine che dopo un fidanzamento di 8 anni si era tramutato in matromonio dai principi saldi fino ad oggi. Vedete, Cathleen era la moglie ideale,bella da far perdere la testa ma anche una donna saggia che aveva assecondato e sostenuto Alfred in qualsiasi decisione purchè queste non fossero controproduttive. Al primo trasloco Cathleen era soddisfatta e sosteneva la scelta di Alfred in quanto pensava che una vampata di novità sarebe stato interessante ma quando si rese conto che in circa 2 anni si erano già trasferiti più di tre volte cominciò a cambiare idea al riguardo. Tom era figlio unico quindi potete capire bene come si potesse sentire: sballottato da una parte all'altra senza aver la possibilità materiale di avere qualsiasi tipo di relazione con qualcuno. Solo e perennemente malinconico tom aveva sviluppato una certa difficolta nel stringere amicizia con qualcuno perchè il suo cuore aveva aveva visto troppi addii e non riusciva più a sopportarne altri.

giovedì 21 ottobre 2010

Recensioni di libri : L'ottavo Arcano

Questo è uno dei libri che mi piacciono maggiormente. Penso che quando avrò un attimo di tempo lo leggerò un'altra volta. Sotto vi lascio l'immagine del libro e questa recensione che ho trovato, mi sembra fatta molto bene ed inoltre molto esplicativa e chissà, magari dopo averla letta,se un giorno lo trovate in giro, magari vi verrà il pallino di comprarlo. Buona lettura!




Moltissimi autori ed editori, sull’onda commerciale del thriller religioso, hanno cercato di approfittare del florido momento lanciato dal libro “Il codice Da Vinci” di Dan Brown per pubblicare romanzi che un tempo sarebbero stati definiti “eretici” o fuori luogo, soprattutto in Italia, e che ora invece sfondano la barriera del milione di copie in pochi giorni.
Tra questi si contano sulle dita di una mano quelli che realmente sono riusciti a ricreare quelle ambientazioni e quelle atmosfere che “The Da Vinci code” per “primo” è riuscito a trasmettere creando un caso letterario senza precedenti.

“L’ottavo arcano” di Kate Moss è sicuramente uno di questi, ma uno dei pochissimi casi in cui l’“allievo” supera il maestro: il miglior thriller uscito nell’anno appena passato e uno dei più validi degli ultimi anni.

Francia, 1891 - Léonie Vernier, una ragazza di diciassette anni, e suo fratello Anatole fuggono da Parigi per rifugiarsi a Domaine de la Cade, una tenuta di famiglia a pochi chilometri da Carcassonne. Ma nei boschi che circondano la casa, Léonie scopre un antico sepolcro abbandonato. C'è qualcosa in quel luogo che la turba profondamente e Léonie decide di andare a fondo nei segreti della famiglia. Ciò che emerge pian piano è una storia terribile di mistero e di sangue, legata a un mazzo di tarocchi dotato di strani poteri. Ma anche il presente non è meno minaccioso, perché c'è qualcuno che è disposto a tutto pur di eliminare suo fratello.
Francia, 2007 - Mentre svolge delle ricerche sulla vita del compositore Claude Debussy nell'apparente tranquillità della campagna ai piedi dei Pirenei, Meredith Martin incappa nelle tracce del suo passato. Sono esili, poca cosa, una fotografia ingiallita e una pagina con una melodia, ma la conducono quasi irresistibilmente a scoprire il legame con le vicende svoltesi nella stessa zona un secolo prima: la storia di un amore tragico, di una ragazza scomparsa, di un'anima inquieta, e dei tragici eventi di una notte fatale.

“Sepulchre”, questo il titolo originale, è un romanzo di eccezionale intensità e coinvolgimento: narrazione appassionata che si sviluppa su due piani temporali che si avvicendano dall’inizio alla fine, cura maniacale delle ambientazioni che ci trasportano dalle vie parigine alle campagne del midì francese, dall’antica Carcassone alla mistica Rennes-les-Bains.
Le descrizioni, precise e sensoriali, scorrono tra le pagine senza mai rubare spazio ad azione e dialoghi: un libro che ci regala ore di ottima lettura con le sue 644 pagine che però non risultano mai eccessive o monotone. Moltissimi i personaggi, primari e secondari, che si alternano nelle molteplici scene che si alternano tra 1890 e 2007; caratteri ben delineati da personaggi fondamentali come Leoniè Vernier, diciassettenne mademoiselle parigina e Meredith, attraente insegnante alla ricerca di risposte sulla sua famiglia, a quelli di secondo piano come Anatole, Isolde e Hal.
Tra esoterismo, tarocchi e misticismo Kate Moss ci racconta con innegabile coinvolgimento le avventure di due ragazze, legate dal sangue, ma separate da cento anni di storia.

Consigliato agli amanti del thriller ma anche a chi non si è ancora avvicinato a questo genere, questo romanzo assicura ore di ottima lettura, solo il doppio finale lascia un po’ perplessi ma senza intaccare l’ottimo giudizio generale su un best-seller che non ha nulla da invidiare all’apripista Dan Brown.


Notte a tutti
Luke

mercoledì 20 ottobre 2010

Creatività

D        r        o       p
      b       y
d          r       o      p   .      .
                                    .
 I        f        l      s     t       i      r    v     r    o      w     r      s     .
    t         i       l             h      s     i     e           f       o     d      .     .

Vuoto

Vi è mai capitato di sentirvi vuoti o di non avere in qualche modo le conoscenze per mandare avanti una conversazione? A me è capitato l'anno scorso,non avete idea di quante volte sono tornato a casa da scuola con la sensazione di essere solo un involucro vuoto. è iniziato tutto l'anno scorso a ottobre,inizio tutto eccitato il mio primo anno scolastico e conosco piano piano quelli che sono i miei attuali compagni e amici di università. Devo premettere che devo ringraziare una mia amica che è praticamente mia cugina  per avermeli presentati in quanto uno è il suo fidanzato, l'altro è un suo amico il quale ha portato una sua compagna di liceo, io invece ho contribuito inserendo una ragazza che avevo conosciuto il primo giorno. La nostra è la compagnia più assortita che ci sia : ognuno ha gusti musicali diversi, veste diversamente ma soprattutto due in particolare hanno una cultura riguardo ai film da poter impressionare persino un regista! Il primo mese passato alla prima conoscenza superficiale è passato tranquillamente ma devo ammettere che le prime difficoltà sono arrivate più tardi,devo ammetere che ho gusti che si avvicinano un po' a tutti ma non tanto estesi da permettermi una conversazione estesa con tutti,sicchè a volte erano silenzi dalla mattina alla sera ed ero abbastanza a disagio. Era come sentirsi vuoto,se tutto quello che conoscessi fosse inutile o comunque non sufficiente per far capire chi ero. Devo confessare che questa sensazione è continuata per mesi fino a quando è subentrata la confidenza e certi discorsi erano già stati detti più di qualche volta sicchè il fatto di saperli mi ha agevolato. Credo che dopo 5 anni di liceo sia difficile iniziare e ricostruire di nuovo dei rapporti,capita di sentirsi soli e vuoti ma daltronde è così : quando iniziamo qualsiasi tipo di rapporto siamo per certi versi vuoti e ci si riempe a vicenda fino a che quel vuoto che neanche io riesco a difinire si riempe.
Notte
Luke

martedì 19 ottobre 2010

Mi presento!

Scusatemi!Sono già al mio terzo post e non mi sono ancora presentato! Mi chiamo Luca,ho 21 anni e vivo vicino a Verona,frequento il secondo anno di lingue e culture per l'editoria. Ho frequentato il liceo linguistico e ho studiato inglese,tedesco e spagnolo. Sostanzialmente ho sempre amato le lingue straniere e spero un giorno di trovare un lavoro che abbia a che fare con le lingue. Ho diciso di aprire questo blog per una sorta di sfida personale, da un lato perchè dato che faccio editoria scrivere anche un solo post al giorno sia un buon esercizio e dall'altra invece credo che possa essermi utile scrivere di tutto ciò che mi passa per la testa. I primi blog sono stati abbastanza impersonalilo so, ma anni fa avevo aperto un altro blog in cui scrivevo solo di cose personali ed oltre ad essere deprimente perchè parlava solo ed esclusivamente dei miei fallimenti adolescenziali,era alqualnto scritto male e a lungo andare mi ha stufato. Ho scelto di aprire il blog anche per vedere se quello che scrivo,al di la del fatto che sia personale , e questi pezzi non tarderanno ad arrivare, o meno possano attirare l'attenzione di qualcuno e quindi avere dei lettori fissi. Ho deciso per il momento di scrivere non informando fidanzata e amici un po' per paura che questo blog non sia un gran che e dall'altra perchè spero di attirare qualcuno di foresto.
Notte a tutti
Luke

Esperienza

Al di la tutte le teorie filosofiche,che ho studiato ma non che ora non saprei esporvi, avete mai pensato a quanto l'esperienza sia vitale nella nostra vita? Alcuni filosofi dicono che sia innata invece altri sostengono che si apprenda gradualmente vivendo. Se devo essere onesto concordo con la seconda teoria, nasciamo come individui vuoti,come dei grandi recipienti che apprendono qualsiasi forma di informazione e la fanno propria. Sin dai primi anni il cervello del bambino è considerato com una sorta di spugna che viene imbevuta di informazioni che  vengono ooi acquisite per poi far farte di quello che è il nostro bagaglio non solo culturale ma anche dei più piccoli gesti che ci caratterizzano. Affascinante è anche come ognuno di noi percepisca un fatto,un'azione un pensiero di quasiasi tipo e la faccia propria fino a farla diventare propria del proprio carattere. E voi che ne pensate?
Notte a tutti
Luke
 

lunedì 18 ottobre 2010

Routine

Affascinante e alquanto incredibile quanto ogni essere umano sia così attacato a ciò che si definisce routine: una serie di azioni che si ripetono secondo un ordine preciso ogni giorno. é strano perchè c'è chi arriva a sentirti perso o nel pallone se anche un piccolo dettaglio di ciò che inconsciamente programmiamo viene a mancare. Mi chiedo a volte che senso ha rifugiarsi in una tale monotonia e mi rispondo che questo meccanismo è a volte anche imposto dalla vita che facciamo, voglio dire, o per il lavoro o per l'università una persona generica x è costretta a vivere un determinato stile di vita che comporta orari diversi ed è allora che scatta la solita sveglia alla x ora a cui segue il pranzo alla x ora, insomma ci sono una serie di x nelle nostre giornate e se una x diventa y allora ci sentiamo in qualche modo sballati. Mi chiedo anche se oggigiorno si possa applicare alla nostra vita la tanto famigerata di Orazio: Carpe Diem. Come si può oggi cogliere l'attimo in um mondo che ci esige ad un determinato orario? Riusciamo veramente a ritagliarci un nostro spazio ogni tanto o è solo un altro spazio programmato tra gli altri spazi?
Aspetto qualche risposta
Notte a tutti
Luke

domenica 17 ottobre 2010

Si spengono le luci e...

cosa resta?
chi sono? cosa ci faccio qui?
che senso ha questa vita?tutte domande esistenziali che non trovano risposta se non nel momento in cui si spengono le luci e inesorabilmente ci troviamo da soli,perchè è li,in quello spazio così intimo,privato e unico che affrontiamo la più dura delle avversità : noi stessi. Voglio inziare così questo blog,non voglio che sia niente di deprimente e di futile, voglio che sia solo un'altro moldo di esprimere quello che sento e vivo ogni giorno... Sono aperto a qualsiasi tipo di critica a patto che sia costruttiva.
Vi aspetto in tanti
Buonanotte
Luke